di Matteo “Morgan Jasmock” Martini

 

 

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ROMA ( 8 )
SuperRoma, SuperVittoria, SuperDerby.
Grande la voglia, ottimo il furore agonistico, saldissimi i nervi.
Da Immobile ad Acerbi, passando per la Curva Nord che spesso tratta i tifosi giallorossi come servi, il Lupo si mangia l’aquila in un triplice fantastico boccone pulendosi poi i baffi per l’enorme soddisfazione.
Abbiamo ristabilito la posizione, sembra dire il branco in un lungo ululato che risuona in città toccando ogni ultrà.
11 gladiatori, 11 lottatori, 11 calciatori superbi.
SuperRoma, SuperVittoria, SuperDerby.

 

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OLSEN ( SV )
Superstite.
Laggiù, solo e sperduto nella sua area di rigore, Robin Hood può solo venir baciato dal sole e dal suo dolce calore.
Due (povere) conclusioni intercettate e nulla più: occhiali da sole, sigaro, e sguardo rivolto per 90 minuti al cielo blu.

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SANTON ( 7,5 )
Superuomo.
Se ci fosse Nietzsche, di sicuro dopo aver visto una tale evoluzione in un lasso di tempo palesemente esiguo lo definirebbe così, ovvero come un essere umano intenzionato oltre natura ad accrescere o, meglio ancora, a far evolvere il proprio spirito e la proprio ricerca
intellettuale.
Dominatore della corsia destra in maniera encomiabile, per l’intero match, in un mix di precisione e di rinascita viscerale.
Detto fatto: è tornato il Santon (Inter)nazionale!!!

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MANOLAS ( 7 )
Supermarket.
Neanche una sbavatura in una partita pura e dura che significava usura.
Moschettiere rinato e riportato ai suoi massimi livelli: belli quei tempi, e belli pure questi nonostante gli errori commessi nelle partite antecedenti, dove superarlo sembrava una scommessa vinta anche da eterni perdenti.
Ora è tornato, dal pericolo avvezzo e senza fare sconti: alla cassa prego, e pronti coi soli contanti.
Guarda come filano via i laziali…volevano tutto a metà prezzo!

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FAZIO ( 6,5 )
Superalcolico.
Brucia la gola con quell’errore folle ma poi scende nello stomaco facendolo staccare per il 3-1 manco avesse le molle.
Buca ma poi ricuce, facendosi cullare dalla curva sud dopo la rete un pò come faceva, affacciandosi a Piazza Venezia circa 80 anni fa, niente popò di meno che il Duce.
Dà per prendere, e per i laziali sarà un vero vuoto a rendere.
Adelante Comandante!!!

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KOLAROV ( 8 )
Superlativo.
Stakanovista della fascia sinistra, dimentica di essere stato laziale e accende, stavolta senza intermittenza, il doppio fanale.
Minchia!
Come esulta dopo quella punizione aprendo le braccia modello Gesù Cristo sotto la Monte Mario, e quanta ignoranza c’è nel suo, ovviamente calcistico, abbecedario!
Lavora con intelligenza fin dalla partenza, e suggella una “signora” prestazione con quella bomba che Strakosha si vedrà servire nei propri sogni tutte le notti e peraltro senza ordinazione.
Era in un momento di appannamento, dove chi lo cercava sembrava non averlo più visto.
Beh, questo momento sembra essersi magicamente concluso.
Il lupo feroce e voglioso, lo vedi anzitutto dal muso.

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DE ROSSI ( 7 )
SuperCapitano.
Dove sussiste il bisogno di impostare, lui c’è.
Dove spicca la necessità di pressare, lui c’è.
Dove il problema sgorga e serve un intervento per tappare, lui c’è.
Morale: se c’è da aiutare, il numero 16 c’è.
Impossibile non trovarlo, impossibile non scovarlo.
Capitano dentro e fuori, romanità all’eccesso e travolgente passione per questi due colori.
Viva Daniele, viva l’amore per la Lupa modello “Il tempo delle mele”!

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NZONZI ( 6,5 )
Superdotato.
Fermi lì: non è quello che si potrebbe pensare, visto che solo la compagna del francese ha il diritto sacrosanto e unico di testimoniare.
Le sue dotazioni maggiorate sono essenzialmente calcistiche: lunghissime leve, strapotenza fisica come certe slavine di neve, intelligente lettura delle varie dinamiche in cui sviluppare le trame di gioco e far viaggiare la sfera in modo tutt’altro che lieve; altro che stampellone, altro che lungaccione, chi chiacchiera a priori è solo uno che non apre la finestra ma pretende lo stesso di guardare fuori.
Stefanone d’autore come quei best sellers in vetrina che rapiscono subito l’attenzione, un vero muro dal lavoro oscuro, pronto se serve e mettersi in mediana a muso duro.
Che il rodaggio aumenti d’intensità: un campione del mondo alla Roma, che meravigliosa realtà!

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FLORENZI ( 6,5 )
Superattico.
Da casa Florenzi la vista è sempre magnifica, anche se lui sul passaggio di Dzeko si “addormenta” vanificando un’azione molto prolifica. Lo ribadirà nella conferenza stampa pre-Viktoria, su invito del mister, seduto accanto a lui, il che testimonia alacremente
il riconoscimento dell’errore e la voglia di evitarne uno ulteriore.
Florissimamente Florenzi, avanzato di posizione ma sempre pronto a immolarsi con spirito di sacrifico e dedizione.
Una cosa che gli manca adesso?
La precisione.

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PASTORE ( 6 )
Superato.
Peccato, poteva essere la sua partita e invece, causa problema fisico e cambio obbligato, diventa quella di Pellegrini il quale, con quel colpo di tacco fatato, ripercorrerà le identiche orme su cui era appena passato uno dei migliori talenti argentini.
Gioca (solo) mezzora rischiando anche di segnare: poi il forfait, e il giusto recupero datato 20 ottobre per poter tornare tranquillamente a giocare.

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EL-SHAARAWY ( 6,5 )
Supersonico.
Faraone al fulmicotone: bravo (anche se con varie sbavature) davanti ma estremamente utile e volenteroso dietro, visti i ripetuti omaggi a Kolarov nell’aiutarlo e nel coadiuvarlo nelle chiusure.
Stephan è quindi quantitativamente presente, anche se a livello conclusivo, e quindi qualitativo, poco diligente; battibecca anche con Dzeko, e non perchè uno ha detto “Grazie!” e l’altro non ha risposto “Prego”, bensì per un mancato servizio in area considerato dal bosniaco estremamente propizio.
Per El-sha, probabilmente, quella sfera va trattata un pò meno da “geisha”.

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DZEKO ( 6 )
SuperEnalotto.
Il voto è 6, ma il bicchiere, analizzandolo bene, resta vuoto per metà.
E all’estrazione del sabato, guarda un pò, Edin non becca manco un numero sulla sua giocata.
Pensava alla sbancata, ma si è ritrovato con tanto nervosismo e qualche assist corretto, anche se il gol in campionato manca ormai dalla prima giornata.
Uh là là, troppo poco per un match del genere.
Arriva la Champions, però, bella e prosperosa proprio come la dea Venere: di sicuro, al suo cospetto, il bosniaco paradisiaco si rifarà.

 

—> i cambi <—-

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PELLEGRINI ( 9 )
Supereroe.
Attore protagonista di questo pomeriggio da Oscar e indiscusso trascinatore del branco, Lorenzo diventa d’incanto Magnifico.
Fisico e prolifico, il ragazzo ci mette 9 minuti, dopo aver sostituito Pastore, a far girare il derby dalla sua parte e da quella della Roma, muovendosi da trequartista/incursore modello Perrotta nel suo giorno migliore.
Il colpo di tacco è in parole povere un colpo di genio, e se uno deve essere franco, da lui certe cose si possono anche aspettare senza rimanere con la bocca spalancata.
La classe è innata, e lui come bagaglio ne porta un paio di grosse valigie.
Roma-Lazio 3-1, questo il risultato, e quel tacco la sua più alta e rappresentativa effige.

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CRISTANTE ( 6 )
Supernova.
Rileva De Rossi, non bela ma si muove con cautela cercando anzitutto di essere ordinato.
E’ una stella prossima all’esplosione: dalla Terra vedremo presto il cielo illuminato.

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J. JESUS ( 6 )
Superaffollato.
Resta seduto per buona parte del tragitto, poi chiama la discesa e sostituisce il Moschettiere senza mai darla resa.
Dieci minuti di ottimo profitto.

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All. DI FRANCESCO ( 7,5 )
SuperMister.
Daje Eusebio, ma(e)stro allenatore di una Roma che sta per risorgere dalle proprie ceneri.
Versatile e tutt’altro che labile, sta all’integralismo zemaniano come i comunisti al governo Berlusconiano.